Antiquariato e modernariato: principali differenze

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Gli acquisti e la compravendita di articoli usati, indipendentemente dalla fattura degli stessi, sono pratiche sempre più diffusi. Si pensi, ad esempio, all’ampia gamma di servizi che, attraverso semplici applicazioni per dispositivi portatili, permettono agli utenti di vendere i loro beni in modo pratico, rapido ed efficiente.

Siti come eBay e Subito.it hanno rivoluzionato la prassi degli acquisti dell’usato, anche nell’ottica della vendita di antiquariato e modernariato.

Tuttavia, è bene fare una precisazione. I termini “antiquariato” e “modernariato” vengono spesso utilizzati in maniera ambivalente, benché tra i due sussista una sottile ma rilevante differenza.

Comprendere la distinzione è utile per farsi trovare pronti nel caso in cui si desideri acquistare un bene usato, risalente a un’epoca passata e, possibilmente, detenente un valore tutt’altro che insignificante.

Detto ciò, scopriamo le differenze che esistono tra l’una e l’altra pratica.

Definizione di antiquariato

Partiamo proprio da una definizione di antiquariato, in modo tale da fare subito un primo chiarimento.

Quando si parla di “antiquariato” si fa riferimento alla pratica che prevede la raccolta e il commercio di oggetti antichi e, nello specifico, legati a un’epoca ben precisa.

Affinché un oggetto possa essere ritenuto antiquariato, è essenziale che lo stesso provenga da un periodo storico compreso il tra XV e il XIX secolo.

Da ciò ne deriva, sulla base dell’intervallo temporale riportato, che un oggetto realizzato in epoche passate, per essere realmente definito antiquariato, debba essere stato prodotto ad almeno 100 anni di distanza dalla sua prima valutazione effettiva.

Va detto, però, che il valore di un dato bene d’antiquariato non verrà calcolato solo sulla base dell’età dello stesso, ma anche da altre caratteristiche peculiari, come possono esserlo l’artigianalità, la rarità dell’oggetto, la sua fattura e la possibile presenza di elementi decorativi, in grado di impreziosirne il design e, di conseguenza, capaci di aumentarne ulteriormente la stima economica.

Generalità sul termine modernariato

Veniamo ora a una delineazione delle caratteristiche del modernariato.

Il termine in questione fa riferimento ad oggetti prodotti nel corso del XX secolo (e dunque nel ‘900), con particolare attenzione per quelli realizzati nella seconda metà del secolo.

Siamo dunque negli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale, un periodo in cui si assistette a notevoli cambiamenti sul piano del mobilio e dell’arredamento in generale. E non solo: alla categoria del modernariato vengono fatti appartenere anche oggetti di design, purché, come riportato in precedenza, siano stati concepiti nell’intervallo di tempo citato.

Già, ma quali sono, nel dettaglio, gli oggetti ascrivibili alla categoria in questione?

A far parte del modernariato possono essere oggetti quali telefoni, sedie, mobili, soprammobili e tanti altri; insomma, tutto ciò che sia stato concepito durante il XX secolo, e che detenga una certa rilevanza sul piano artistico e/o estetico.

Antiquariato e modernariato: quali sono le differenze?

Alla luce delle definizioni riportate, è finalmente possibile fare una distinzione tra antiquariato e modernariato.

A proposito delle differenze tra i due concetti, un primo tratto distintivo è dato dall’epoca di realizzazione degli oggetti dell’una e dell’altra categoria: i beni d’antiquariato, infatti, possono essere stati concepiti in un intervallo temporale più ampio – dal ‘400 a metà ‘800 – mentre gli oggetti di modernariato sono legati al ‘900, né prima, né dopo.

Oltre a tutto ciò, una differenza è data dalle modalità con cui i beni sono stati concepiti. Gli oggetti di antiquariato, nella maggior parte dei casi, sono stati realizzati in modo artigianale, raramente in serie; al contrario, i prodotti di modernariato possono derivare sia da una lavorazione manuale che industriale.